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martedì 11 febbraio 2014

LA ROSA DEI VENTI: 1974 OS e Tempio di Set – 2014 Super Gladio e Dragon Rouge

di Marco ATTARD 
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Nel mese di Febbraio 2009 per conto della Longanesi & C fu finito di stampare un giallo politico dal titolo “Colle Fatale” scritto da un Anonimo Romano informato sui fatti, autore del quale si sanno solo due cose, proprio perché anonimo e intenzionato a restarlo,: che (come si evince dal libro) conosce bene gli ambienti e i protagonisti della politica italiana, e che non è il senatore a vita, oramai scomparso, Giulio Andreotti. Il libro parla di un intrigo politico all’ombra del Quirinale che inizierà il 6 maggio del 2011. Insomma un romanzo fantapolitico firmato “anonimo romano” che mette in scena una lotta all´ultimo sangue per il Quirinale ambientata nei palazzi del potere tra personaggi riconoscibili, spie e Opus Dei. Se poi facciamo un salto in avanti e arriviamo al 2011 anche Alberto Asor Rosa, teorizzatore di moderni colpi di Stato dalle colonne del Manifesto, affermava già nel 2011 la possibilità della preparazione di un golpe tutto italiano che godrebbe di un prevedibilissimo appoggio europeo.
La destabilizzazione è in atto da tempo. Il progetto, partito anni addietro, dalla Sicilia, non è altro che un’ ennesimo tentativo di una parte degli Apparati dello Stato deviati (i soliti pezzi dei Servizi) di produrre un sovvertimento delle Istituzioni democratiche. Ancora una volta stringendo patti scellerati con i poteri criminali.
Nell 1974 l’esistenza di un’organizzazione fu portata alla luce da un’inchiesta incominciata nell’Ottobre dello stesso anno dalla magistratura di Padova, nel nome del giovane magistrato Giovanni Tamburino. Nell’Ottobre del 1974 Tamburino ordinò l’arresto di Vito Miceli, capo del Servizio Informazioni Difesa (ex SIFAR), ma la Corte di Cassazione renderà vano il lavoro del magistrato portando al trasferimento del dibattimento dalla città veneta a Roma. Come sostiene il noto storico Paul Ginsborg, la scelta non sembra casuale dato che la magistratura romana si dimostra «meno tenace di Tamburino nel proseguire le indagini». In un secondo momento inoltre, il pubblico ministero Claudio Vitalone invocherà il segreto di stato e sulla questione cadrà il silenzio. L’organizzazione la “Rosa dei venti”, in realtà, aveva nome “Organizzazione di Sicurezza” (“OS”), ed era formata da persone insospettabili, non iscritte ad alcun partito politico, altamente patriottiche e disposte ad impegnarsi fino alla morte – in caso d’invasione straniera – a difendere il territorio nazionale palmo a palmo. Come la nota struttura clandestina Gladio, anche la Rosa dei Venti era formata da “legionari” dormienti (attivabili su comando superiore) e continuamente addestrati a fronteggiare sia i pericoli esterni (il Patto di Varsavia), che interni (un’eventuale insurrezione comandata dal Partito Comunista Italiano). La differenza rispetto alla più celebre Gladio sta nel fatto, commenta Spiazzi, che mentre Gladio era formata da persone filo-americane ma poco inclini alla destra nazionale, la Rosa dei Venti era composta per lo più da militari della riserva selezionati e pronti a tutto. Ma, appunto perché militari od ex – militari, il gruppo della Rosa dei Venti era composto da uomini fidati gravitanti nell’area dell’estrema destra extraparlamentare. In tutti i reparti delle Forze Armate, continua Spiazzi, esistevano (ed erano note agli “addetti ai lavori”) liste segrete di coscritti e di militari di professione, sia sottufficiali che ufficiali, su cui contare in caso di disordini.
Dopo vent’anni spunta il colonnello Pappalardo, interlocutore di D’Alema, che nel 2001 lanciò un piano golpista di sapore piduista, ma grazie all’insabbiamento dello stesso D’alema e dell’allora Ministro della Difesa Mattarella l’avventuriero golpista venne convinto a dimettersi dalla presidenza del Cocer dal capo dei gladiatori Cossiga Francesco. Oggi lo stesso Pappalardo afferma che per vincere occorre avanzare da tutta Italia verso Roma, non con carri armati, ma con un progetto serio che rappresenti tutti gli italiani con simboli del lavoro, con una grande unione che permetterà al Popolo di riconoscere in Nazione Federale D’Italia un progetto governativo maturo e responsabile, ma soprattutto che garantisce al popolo italiano onestà e garanzie economiche e politiche per la Rinascita della Nostra Italia. Antonio Pappalardo che con Danilo Calvani ha condiviso l’esperienza del movimento “Dignità sociale”. Poi Pappalardo, famoso per le sue battaglie sindacali all’interno dell’Arma, è diventato leader di questo movimento mai sentito prima e che incita alla presa di Roma con i militari. Un golpe pacifico. Senza armi, precisano i promotori. E in realtà non si capisce neppure bene in quanti condividano questo documento firmato “Nazione federata d’Italia- Centro destra nazionale”.
Certo è che Pappalardo ha preso parte a numerose iniziative politiche. Candidato a partire dal ’93, sotto diverse insegne politiche, prima fra tutte quella d’esordio, quando si presentò alle comunali di Roma con la lista “Solidarietà Democratica contro Rutelli”. Lista pubblicamente sostenuta dal principe siciliano Giovanni Alliata di Montereale, finito in passato protagonista di episodi controversi, dal Golpe Borghese del 1976 a un’inchiesta partita dalla Calabria sulle società segrete nate sulle ceneri della P2 fino ad arrivare alla strage di Portella della Ginestra. Sulla piattaforma della protesta, così come nelle parole di uno dei leader, il Calvani Danilo, si trova chiaramente l’obiettivo reale di questa “mobilitazione”: decadenza del Parlamento, del Presidente della Repubblica e del Governo, per instaurare – ovviamente sospendendo la Costituzione – UN GOVERNO A GUIDA DI MILITARI.
Poi c’è una setta satanica massonica militare, che si muove nell’ombra, trova proseliti, adepti, amalgama i suoi iscritti con riti satanici a base di sesso e droghe. KETAMINA e sacerdotesse del sesso, una rete invisibile, dove si muovono ,assumono informazioni, si innestano nella organizzazione con lo scopo di creare delle coperture, sia nell’Esercito stesso sia all’interno della magistratura, una sorta di “secondo apparato magistratuale“.
All’interno delle indagini di Carmela Melania Rea le organizzazioni massoniche clerico/fasciste che nella loro cultura tardo templare, contemplano la distruzione ed il Kaos si agganciano a organizzazioni occulte militar/esoteriche create e manovrate per operare militarmente alla cristallizzazione dello status quo, formazioni che di fatto spostano a destra il baricentro dell’asse politico interno, secondo i dettami ed i tempi dell’agenda internazionale. Sembra uno spot di un certo mondo artificiale, quel mondo militare deviato che si serve di adepti psicolabili da manovrare come pupazzi. La Thule ad esempio era la loggia occulta che ideò e creò il nazismo del ventennio del secolo scorso, oggi ancora esistente sotto altre sigle massoniche legate a doppio filo al vaticano ed ai gesuiti. In Norvegia, le sette e tutti i vari culti sono così potenti che il governo, ha creato una società speciale per assistere le vittime di abusi. Il clero cattolico scandinavo, è collegato direttamente ed apertamente con il satanista dell’ Ordo Templi Orientis, il Tempio di Set del Ten.Col. Michael Aquino e le varie sette ad esso collegate come ad esempio il Dragon Rouge, sono coinvolte in abusi rituali di bambini e donne. E ‘ un chiaro messaggio quello del draghetto fatto con dei rametti sopra LA ROSA DEI VENTI simbolo della NATO.
… Oggi su il Mattino si evidenzia l’allarme dei Servizi Segreti che più che un’ allarme sembra una preoccupazione.
http://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/allarme_servizi_segreti_italia_spettro_greco/notizie/406326.shtml?fb_action_ids=10201443394986131&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&
Usare i problemi della gente, di chi non arriva a fine mese, di chi è entrato nelle file dei nuovi poveri, di chi è senza una casa o lavoro, di chi è massacrato da Equitalia, non per dare una soluzione, non per pretenderla, come è giusto, ma per imporre una svolta autoritaria al Paese è cosa da evitare. Abili nella strumentalizzazione delle sofferenze e problematiche delle persone e dei più deboli, oggi come nei primi anni Novanta, tentano di usare la buona fede e disperazione delle persone, a partire dai più giovani, per assestare un colpo non alla “classe politica” ma alle Istituzioni della Repubblica, cioè allo Stato di Diritto, all’ordinamento costituzionale. Dietro allo slogan “TUTTI A CASA” c’è l’uso della giusta indignazione verso politici (non tutti) corrotti e incapaci di agire per dare risposte concrete alle esigenze del Paese, per arrivare alla spallata non a quei politici ma una spallata alla Repubblica, alle Istituzioni della Repubblica, che sono ben altra cosa da chi le occupa. Non sono secondari i piani di andare a Roma per assaltare i “palazzi” e “arrestare i politici” che vengono diffusi all’interno della “rete” e dei coordinamenti da questi gestiti


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